Le mie amiche hanno vuoti di memoria.
E si lamentano.
"Entro in una stanza e non ricordo perché."
"Prendo un oggetto e non ricordo cosa ci dovevo fare."
"Guardo un tizio e non mi ricordo come si chiama, dove l'ho visto, perché lo conosco."
"Non ricordo più i numeri di telefono, l'appuntamento col dentista, il compleanno di mia madre, il giorno dell'umido, l'incipit di Ave formosissima"
E poi, la fatidica domanda: "Ma a te, non capita mai?", e la chiosa: "Stiamo invecchiando."
Ecco, francamente non so che dire. Perché io, la memoria, non l'ho mai avuta, né a breve, né a medio, tantomeno a lungo termine. Come posso sentirne la mancanza? Per me sarebbe come sentire la mancanza di lunghi capelli biondi o di un sedere da sballo o della facoltà di calcolare a mente le radici quadrate.
Ho sempre avuto solo tre tipi di memoria:
quella topografica (vado in un posto una volta e ci so tornare anche dopo mesi, non mi perdo mai, se leggo una cartina poi trovo la strada)
quella musicale (ma non vale, la esercito un sacco)
quella Co.S.M.O.S. (COse Strane Miste in Ordine Sparso).
La memoria COSMOS funziona in maniera del tutto autonoma e indipendente dalla volontà e funziona come il cesto dei miei figli in soggiorno, contiene una serie di cose assurde e incomprensibili databili da ere geologiche fa ad oggi conservate senza alcun criterio evidente e che non si riesce in alcun modo a buttar via.
Esempi di eventi in memoria COSMOS:
- io che disegno un albero con i pastelli mentre mia madre parla ad un corso di aggiornamento sull'insiemistica in un pomeriggio piovoso degli anni '70
- mia madre che esce dalla nostra casa di campagna di notte a una festa con i bimbi della sua classe. in mano ha un cranio umano da cui occhieggia (letteralmente) una candela accesa. (estate 1979)
- Ad che suona "O Signore dal tetto natìo" seduto al pianoforte nella sede della circoscrizione di muraglia (primavera 1989 o 1990)
- la faccia di Happyicia che mi dice di aver mangiato un couscous buonissimo durante una tappa della trasferta per la nona di Beethoven all'anfiteatro di Arles (estate 1997)
- una fascetta fucsia a treccia che indossavo sui capelli durante una gita alla cascata delle Marmore (primavera 1982)
- un nido di rondini sotto portico della chiesa di Bressanone (primavera 1999)
La memoria topografica e quella musicale le apprezzo davvero molto.
Quale utilità possa rivestire la memoria COSMOS, ancora lo devo scoprire.
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