venerdì 26 luglio 2013

Un corpo da urlo.

Sulla riviera adriatica è quasi sera.
Il mare è una tavola verde stretta e sottile, con tanti isolotti di sabbia morbida e scura. Su uno di quegli isolotti giocano i miei figli.
Io dormo sul lettino, ma li sento. Il processore elettronico di ultima generazione che è il cervello di una madre è in grado, anche nel sonno, di discernere la voce dei figli in mezzo a quelle di miliardi di altri bagnanti minori autoctoni e alloctoni, e di percepire se le grida sono di gioia, allarme reale, allarme simulato.
Mi rigiro.
Frammenti di conversazione dall'ombrellone vicino, da una mia coetanea dall'accento lumbàrd.
"... e non le sopporto, quelle di cinquant'anni con la tinta color mogano, sembra che abbiano il casco. Io dico, se una si trascura, ma non ti guardi allo specchio la mattina? e vogliamo parlare di quelle che a quarant'anni non si tingono? che girano con i capelli grigi, o bianchi? che schifo, non si può lasciarsi andare così..."
Mi alzo e caracollo in direzione della Lombarda alla Prima Crociata.
"Scusa, cosa dicevi delle quarantenni coi capelli grigi?"
La Lombarda mi guarda con aria schifata, poi scuote la testa.
"Naaaaah, niente da fare. Non parlavo di te. Con quel taglio perfetto..."
"L'ho fatto da sola con la macchinetta."
Mi liquida con un gesto.
"Ti stanno benissimo. Ma soprattutto, con quel corpo da urlo che ti ritrovi, è chiaro che i capelli puoi tenerli come ti pare."

... corpo da urlo?!

... cioè, una cosa tipo... questo?

1 commento:

  1. pure tu che vai a responsabilizzare le lumbard inchiodandole alle loro affermazioni. Chapeau. Vabbè che quelle col corpo da urlo si possono permettere tutto. :-)
    Info di servizio: io prima di ferragosto sto dalle tue parti, che si combina?

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