allora, com'è andato.
è andato che io mi sono incazzata alle quattro di pomeriggio, e via andare.
è andata che ero lì alle quattro meno dieci perché nessuno (i.e. il m.o direttore, che sapeva che io sarei stata lì alle quattro) mi aveva avvertito che le prove degli strumentisti erano spostate alle cinque.
cominciare con un'incazzatura che monta come la panna sbattuta dalle fruste elettriche non è un gran modo di cominciare.
che poi la sala al sesto piano dell'albergo tutta a vetrate a picco sul mare deserta e silenziosa alle quattro del pomeriggio era bellissima, eh.
che poi alle quattro e un quarto quando è arrivato il bandoneonista nuovo, abruzzese, bello-bravo-molto simpatico e mi ha detto che le prove erano rimandate di un'ora gli ho offerto una sigaretta che abbiamo fumato in terrazza fronte mare, con chilometri di bagnanti in costume e mare grigioazzurro, e pensavo che l'incazzatura mi sarebbe passata.
non mi è passata.
ho mandato un sms incazzatissimo al direttore che non mi aveva avvisato, e pensavo che l'incazzatura mi sarebbe passata.
non mi è passata.
nel frattempo con un paio di telefonate bene assestate ho reperito l'informazione sull'albergo del bandoneonista e ce l'ho accompagnato. e poi l'ho lasciato lì e sono tornata a fumare in terrazza, giuro.
"guarda che il bandoneòn puoi lasciarlo qui, nessuno te lo tocca."
"no, no, lo prendo, il mio bambino. non lo lascio mai solo."
"ah, scusa. hai ragione."
"sai quanti anni ha? novanta."
"oh cielo. e se gli succede qualcosa dove lo porti?"
"in germania."
poi sono arrivati i musicisti e il maestro e io mi sono rannicchiata su una pedana a ripassare, e pensavo che l'incazzatura mi sarebbe passata.
non mi è passata.
poi è arrivata la ballerina e abbiamo venduto i biglietti, tanti biglietti, ai francesi che ci seguono da dieci anni, alle amate carampane della lirica di cignocittà, agli amici, ai nemici e a quelli ai quali non gliene frega niente. e pensavo che...
... e invece no.
poi ci siamo vestite e pittate di corsa, siamo entrate per cantare e mi sono ritrovata nella classica situazione che capita sovente all'ultimo contralto sulla destra guardando il palco, vale a dire: avevo un enorme tamburo praticamente sui piedi ma non potevo arretrare perché la corista dietro di me teneva la sua parte appoggiata sulla mia noce capo collo. in più il bel bandoneonista, alto e prestante, risultava piazzato esattamente tra me e il direttore, del quale per tutto il concerto sono riuscita solo a intravedere, ogni tanto, la punta delle dita della mano sinistra. abbiamo cantato benissimo e siamo piaciuti tanto. i musicisti hanno suonato da dio. e pensavo che...
... e invece no.
poi era ora di smontare le pedane, ma io questo giro ho deciso che no. quando sono scesa di sotto era tardissimo e avevo salutato tutti e avevo chiesto "dove andiamo a mangiare" e stavo per andare a mangiare però ero rimasta a chiacchierare e poi mi avviavo e poi salutavo e poi mi riavv
"mamika! ho visto il tuo messaggio solo adesso. scusami!"
"hm."
"no, scusami! scusami davvero."
"non ti preoccupare. ci mancherebbe."
"scusa."
"tranquillo. non mi sono incazzata per niente."
"davvero?"
"giuro."
"scusami."
"niente. non mi sono affatto incazzata."
"sc..."
"hm."
e poi ho mangiato una pizza col formaggio, le noci e qualcos'altro, una pizza che era la fine del mondo.
e quando hai mangiato la pizza, finalmente l'incazzatura e' passata? O non ti e' passata nemmeno in quel momento? :)
RispondiEliminafantastica. formaggio, noci e non ricordo più cosa perché non ero più lucida da almeno mezz'ora.
Eliminadevo tornare a mangiarla.